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Un velo sul cuore: la chiusura della bara
9 Giugno 2025
di Daniele Bucci

La chiusura della bara: un momento di addio e di profondo sentimento

La chiusura della bara è un momento che si imprime indelebilmente nella memoria di chi lo vive. È l’istante in cui il congiunto scompare alla nostra vista, un atto finale che segna l’inizio di un’assenza tangibile. In questo articolo, vogliamo esplorare la delicatezza e l’intensità emotiva di questo addio, unendo il doveroso rispetto per la persona amata a una riflessione sul dolore e sulla speranza.

L’addio che lacera il cuore

Ogni servizio funebre è intriso di dolore, ma la chiusura della bara emerge come uno dei momenti più laceranti. È l’ultimo sguardo, l’ultima possibilità di vedere il volto di chi abbiamo amato. In quell’istante, il dolore per la perdita si fa più acuto, più palpabile. È un addio senza possibilità di replica, un confine invalicabile che separa il presente dalla memoria. Le lacrime che scendono in quel momento non sono solo per la persona che se ne va, ma anche per la consapevolezza che da lì in poi il rapporto con essa cambierà, diventando qualcosa di puramente spirituale, un ricordo da custodire gelosamente. È il culmine di un viaggio di sofferenza, il punto in cui l’irreversibilità della morte si manifesta con tutta la sua forza.

Le mie emozioni davanti a un gesto estremo

Nel mio lavoro di titolare di un’impresa funebre, ho eseguito innumerevoli volte la chiusura della bara. E ogni volta, è come se un pezzo della mia storia personale riaffiorasse. Mi tornano in mente i miei lutti, le persone che ho perso, e una profonda commozione mi pervade. Non è solo un compito professionale; in quei momenti, sento che noi del settore diventiamo un po’ parte della famiglia stessa, una spalla su cui appoggiarsi in un istante di estrema vulnerabilità. Forse non tutti la vivono così, ma per me è un legame che si crea in quelle circostanze.

Accanto alla commozione, c’è un’altra emozione che mi accompagna sempre: una specie di senso di colpa. So che è irrazionale, ma sento quasi di avere la “colpa” di aver chiuso quella bara, impedendo per sempre alla famiglia di rivedere il proprio caro. È una sensazione costantemente presente, anche quando la persona defunta non la conoscevo direttamente. Istintivamente, cerco di trattenere le lacrime; se i familiari vedessero piangere noi del settore, potrebbero risentirne negativamente. Purtroppo però, soprattutto quando conosco la persona nella bara, non sempre è possibile. A volte, provo a richiamare alla mente i momenti più belli e divertenti vissuti insieme a quella persona, ma altre volte questi pensieri mi fanno commuovere ancora di più. Quindi, cerco semplicemente di non pensarci. Ma l’emotività non è sempre controllabile e con chi ho condiviso una parte significativa della mia vita, le emozioni sono molto, molto amplificate. Il confine tra professionista e persona si assottiglia e il dolore diventa quasi palpabile, un’eco delle mie stesse esperienze di perdita.

Trovare conforto e speranza dopo la chiusura della bara

Sebbene la chiusura della bara sia un momento di profonda tristezza, è anche un passaggio necessario verso l’elaborazione del lutto. Dopo questo addio visivo inizia un nuovo capitolo, quello del ricordo, della memoria e dell’eredità che la persona cara ha lasciato. È un momento per abbracciare i propri cari, per condividere il dolore e per trovare forza nella vicinanza reciproca. Il corpo non è più visibile, ma lo spirito e l’amore che ci hanno legato rimangono intatti, trasformandosi in una presenza diversa, interiore, che ci accompagnerà per sempre.

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