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Il mio lavoro e la scaramanzia: un rapporto… “toccante”?
26 Maggio 2025
di Daniele Bucci

Il mio lavoro e la scaramanzia: si, letteralmente un rapporto… “toccante”!

Salme a tutti! (scusate per il saluto stravagante… deformazione professionale.)

Come già sapete, mi chiamo Daniele e sono un becchino. Sì, lo so, il mio lavoro non è dei più allegri, ma qualcuno lo deve pur fare! Pare che la mia presenza sia più temuta di un controllo del fisco: quando mi vedono, si scatena un vero e proprio festival della scaramanzia, degno di un documentario sul folklore locale!

Cosa succede quando un uomo, per strada, incontra un becchino? Nella maggior parte dei casi, la risposta è un gesto rapido e preciso: toccarsi i “gioielli di famiglia”! Sì, avete capito bene. E non posso biasimare le persone che lo fanno: la scaramanzia è dura a morire, soprattutto quando si parla – appunto – di morte. Ma come la mettiamo con chi, come me, lavora nel settore delle onoranze funebri? Beh, ironizzare un po’ su queste situazioni è – come si dice in gergo – “la morte sua”!

La scaramanzia: un fenomeno universale

La scaramanzia è un insieme di credenze e pratiche popolari che mirano a scongiurare la sfortuna o ad attirare la fortuna. Le sue origini sono antiche e affondano le radici in diverse culture e tradizioni. Nel corso dei secoli la scaramanzia si è arricchita di simboli, gesti e rituali che variano da paese a paese, ma che hanno tutti lo stesso scopo: proteggere dalle avversità.

I gesti più comuni

Oltre al gesto già preso in considerazione, esistono molti altri gesti scaramantici legati alla morte. Tra i più comuni troviamo:

  • Fare le corna: un gesto apotropaico, cioè che allontana il male, usato soprattutto per proteggersi dal malocchio.

  • Toccare ferro: un gesto antichissimo che risale all’epoca dei Romani, che credevano che il ferro avesse il potere di allontanare gli spiriti maligni.

  • Incrociare le dita: un gesto che simboleggia la croce e che viene usato per invocare la protezione divina.

Il punto di vista dell’impresario funebre

Le reazioni scaramantiche possono innescare situazioni davvero esilaranti. Una volta, mentre ero davanti alla mia agenzia con il carro funebre, un mio amico è passato di lì. Inutile dire che la sua prima reazione, vedendomi, è stata quella di toccarsi… beh, sapete già cosa! Per scherzarci anch’io un po’, gli ho chiesto se volesse fare un giro con me. La sua risposta è stata un secco “Ma sei matto? Io lì non ci salgo!”. Ispirato, gli ho prontamente risposto: “Perché no? La gente ci muore per farsi un giro! Risultato: una bella risata liberatoria da parte di entrambi. Perché, ammettiamolo, a volte una risata è il modo migliore per esorcizzare la paura.

Smontare le superstizioni con un sorriso

Se ogni volta che qualcuno si tocca ‘lì’ guadagnassi un euro, sarei milionario!

Ebbene sì, fare il mio lavoro significa convivere quotidianamente anche con la scaramanzia. In fondo, si tratta solo di un modo per esorcizzare la paura dell’ignoto e per sentirsi un po’ più “al sicuro”. Non c’è nulla di male nel toccare ferro e altro, o nel fare le corna, purché lo si faccia con leggerezza e senza prendersi troppo sul serio. L’importante è non lasciare che le superstizioni ci condizionino la vita e ci impediscano di vivere serenamente ogni momento.

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