“Da grande farò il becchino.” Un sogno un po’ macabro?
Chi l’avrebbe mai detto che un bambino che sognava di diventare becchino sarebbe diventato un professionista del settore funebre?
Sin dalle elementari, quando i miei compagni di classe sognavano di diventare calciatori, astronauti o veterinari, io avevo le idee molto più chiare. Durante le ore di scuola, mentre gli altri disegnavano razzi spaziali o animali fantastici, io scarabocchiavo bare e lapidi.
Le risate in classe
Quando, durante le presentazioni sul futuro, annunciavo con orgoglio che da grande avrei voluto fare il becchino, la classe scoppiava in una fragorosa risata. Gli insegnanti, pur cercando di nascondere la sorpresa, mi rivolgevano sguardi interrogativi, come a dire: “Ma sei proprio sicuro?”. I miei compagni, invece, non perdevano occasione per scherzare sul mio conto, inventando soprannomi che mi accompagnavano per anni.
Una vocazione inaspettata
Nonostante le risate e le perplessità degli altri, io non ho mai rinunciato al mio sogno. Anzi, con il passare del tempo, la mia passione si è rafforzata sempre di più. Ho sempre sentito una profonda affinità con la morte, un rispetto per il ciclo della vita e una voglia di aiutare le persone a dire addio ai loro cari nel migliore dei modi.
Dalla teoria alla pratica
Quando ho iniziato a lavorare nel settore funebre, ho capito che la mia scelta era stata giusta. Il mio lavoro mi permette di entrare in contatto con le persone in un momento delicato della loro vita e di offrire loro un supporto concreto. E, a pensarci bene, chi meglio di me poteva farlo, visto che avevo iniziato a sognare questo mestiere fin da bambino?
Un mestiere come un altro
Oggi, quando incontro qualcuno che scopre la mia professione, cerco di spiegargli che il becchino non è altro che un professionista come un altro. Un professionista che svolge un lavoro importante e delicato, con grande rispetto e umanità. E, a chi mi chiede ancora se non mi spaventa avere a che fare con la morte, rispondo sempre: “La morte fa parte della vita, e io sono semplicemente qui per accompagnare le persone in questo ultimo viaggio”.
Il becchino: dal sogno alla realtà
La mia storia dimostra che i sogni, anche i più strani e inaspettati, possono diventare realtà. E che, a volte, le risate e le perplessità degli altri non dovrebbero fermarci dal perseguire i nostri obiettivi.
Vi state chiedendo come è nata in me l’idea, fin da bambino, di fare proprio questo lavoro? Se è così, vi chiedo di pazientare qualche giorno: troverete la risposta nel prossimo articolo.